Il mito Graziella si deve al designer Rinaldo Donzelli che la disegnò nel 1964 per la fabbrica Carnielli. La stessa azienda inventerà pure la cyclette, che infatti le somiglia.
Primo modello di bici pieghevole, questa farfallina su ruote dal peso di 16 chilogrammi poteva benissimo essere alloggiata nel portabagagli di un’utilitaria. Sin da subito divenne un simbolo per eccellenza di libertà di movimento, stile ed emancipazione femminile. Non a caso, la più importante testimonial della bici fu Brigitte Bardot, che in uno spot diventato iconico accostava la Graziella ad una Rolls Royce, simbolo supremo di eleganza, autorevolezza e solidità.
Ma la Graziella non era solo una bici al femminile. Lo spirito anticonformista di Salvador Dalì ne subì il fascino accettando di farsi ritrarre mentre trasportava alcune sue opere a fianco della sua inseparabile Graziella.
In una Italia che andava incontro al boom economico, la bici smetteva di essere un mezzo di trasporto povero, per diventare status symbol e veicolo alla moda.
Pare che il nome Graziella lo si debba alla celebre rivista femminile Grazia, un omaggio volto soprattutto a sottolineare la raffinatezza e il perfetto equilibrio tra complessità e anticonformismo che la bici voleva rappresentare. Del resto anche il font originale conferma il richiamo.
Una serie di dettagli rendevano la Graziella unica e inimitabile (nonostante ciò i tentativi di imitazione furono tanti praticamente quanti i nomi femminili esistenti sulla faccia della terra..):
le ruote da 16 pollici, i colori originali bianco panna o blu oltremare, l’inconfondibile portapacchi saldato direttamente alla forcella e il fanale incorporato al telaio, lo squillante campanello con la G, il manubrio slanciato e smontabile così come la sella, e, chicca tra le chicche, un tubetto di vernice con tanto di pennellino incorporato nel tappo, per eventuali ritocchi che solitamente interessavano il portapacchi esposto ad urti e graffiature.
Nel corso degli anni, oltre alle nuove colorazioni, arrivarono nuovi modelli e derivazioni: il tandem, il triplet, il modello per bambini e addirittura un modello a motore. Un artigiano tedesco ne realizzò un modello unico interamente placcato d’oro.
Oggi i modelli originali sono oggetti di collezionismo e feticcio presso gli appassionati, mentre la produzione di nuovi modelli continua ad essere presente sul mercato.
Tra i massimi esempi di Made In Italy che vince nel mondo, noi omaggiamo il mito della Graziella con una birra leggera, beverina e sbarazzina. Proprio come la bici che per noi rappresenta la possibilità di pedalare ovunque, in libertà, senza nessuno a cui dover dire sissignore.