Questo articolo è comparso sul numero 1 di Ciclope, il nostro micromagazine cartaceo di idee scattanti che trovate gratuitamente al locale
E’ nata a Pesaro nel 2018, dall’intuizione di 2 soci, Cesare e Tobia. Il primo con la passione per la bici e l’esigenza di fare di quella passione un lavoro. Il secondo già da alcuni anni attivo a Roma nel campo della ciclologistica. Oggi Urbico conta 3 sedi (Pesaro, Fano e Rimini) e ai 2 soci fondatori si sono aggiunti 6 collaboratori fissi. Al centro di tutto c’è la bicicletta. Una bella pattuglia di CargoBike scorrazza nei centri urbani consegnando pacchi e documenti.
«Lavoriamo come corrieri dell’ultimo miglio -ci racconta Cesare- cioè trasportiamo la merce per conto di aziende e altri corrieri anche nelle zone inaccessibili ai mezzi a motore, come le Ztl. I nostri partner ci scelgono per una questione di sostenibilità ambientale, ma anche perchè in certi contesti, come appunto i centri storici, consegnare in bicicletta fa risparmiare tempo e denaro».
Come siete stati accolti dai residenti al vostro apparire?
«All’inizio la gente era un po’ spiazzata, c’è da capirla, i nostri mezzi sono anche abbastanza ingombranti e non si erano mai visti in giro. Poi però direi che siamo stati accolti molto bene, anche l’amministrazione comunale ha fatto un buon lavoro di sensibilizzazione, ma diciamo che le città in cui operiamo hanno già maturato una discreta abitudine alla bici».
La richiesta più bizzarra che avete ricevuto in questi primi 3 anni di attività?
«Be’, direi che portare 2 quintali di conserva da Pesaro a Gradara è stata una bella sfida. Serviva a un nostro cliente che era in fiera lassù e ci teneva a fare tutto il trasporto della merce in bici. Sai che per salire a Gradara tocca fare una bella salita, alla fine però tutto si è risolto con mezza giornata di divertimento».
I centri storici difficilmente accessibili sono i mercati più appetibili da chi fa ciclologistica. Quindi… un pensierino ad aprire ad Ancona?
«A scendere giù, prima di Ancona c’è Senigallia. Però, insomma, mai dire mai. Anche perchè dall’apertura della nostra prima sede sono successe tante cose, alcune totalmente inaspettate..».