FORSE NON TUTTI SANNO CHE – Resoconto di un viaggio sempliciotto (il resoconto) ma rivelatore

La Settimana Enigmistica è da sempre uno dei miei miti in assoluto. Una lettura incredibile, con uno stile grafico che ancora oggi, con il dominio della rete e dei computer, rimane aulico, classico, con una iconografia rimasta indietro di mezzo secolo e forse più (guardate questo rebus, uno dei tanti, non vi sembra di tornare indietro nel tempo? e già che ci siete, provate a risolverlo)

e soprattutto un esercizio mentale efficacissimo, e una fonte inesauribile di informazioni. Anche strampalate. Soprattutto strampalate. Considerate una rubrica con informazioni numerate (?!?), con brevi e concise notizie dal mondo e dalla storia, in tutti i settori. Già dal titolo, “Forse non tutti sanno che”, un dubbio ti viene, un desiderio piccolo piccolo di sapere qualcosa, di farti un viaggetto mentale in posti e momenti di chissà dove e di chissà chi, catalogati e spiegati per il lettore curioso. Incredibile e fuori dal tempo.

Ora, a non molti interesserà che il grande compositore Pietro Mascagni era un accanito giocatore di scopone scientifico. Ma ne sai una di più. Se avevi un dubbio te lo togli. E il dubbio è sempre essenziale, perché ti si insinua dentro e devi verificare, devi provare per vedere quello che non sai, o quello che non hai visto. Forse non tutti sanno che. Con una frase così come incipit, devi andare oltre: ti prego dimmi cosa non so, forse. E sicuramente non lo so. Quindi dimmelo che voglio sapere, grazie mille.

E’ così, almeno per me: la curiosità muove tutto. Ed è così soprattutto in giro, per strada, in viaggio.

Mi è capitato di recente, durante un viaggetto rilassante a Londra. Una città che conosciamo tutti più o meno, nelle sue zone più note e fotografate. Io personalmente la conosco piuttosto bene, dato che ormai ci vado quasi una volta all’anno, ma Londra ti sorprende, sempre. E soprattutto se riesci a spostarti col bus, invece che con la metro che per quanto comoda sei sempre sottoterra, o ancora meglio a piedi, scoprirai cose e luoghi che non ti sognavi neanche. Forse non tutti sanno che a Londra esiste una Little Venice, io almeno non lo sapevo. Allora capita che una domenica mattina, quando Londra ancora dorme o è in preda all’hangover della sera prima, e tutto è incredibilmente silenzioso, fai una visita doverosa al mercato di Camden, e vedi un cartello Little Venice. Dai un’occhiata su Internet (non sulla Settimana Enigmistica) e vedi che ci puoi arrivare a piedi. Allora intraprendiamo questa passeggiata calma e serena attraverso il Regent’s Canal, nel silenzio, nel verde. Una passeggiata che passa per il Regent’s Park, e lo Zoo di Londra, e se lavori un po’ di fino con la vista, trovi le giraffe e i facoceri.  E vedi le ville meravigliose che si affacciano sul canale, e ogni tanto passa uno di quei barconi lunghi e piatti, con gente che ci mangia sopra e si rilassa. E poi arrivi a Little Venice

Little Venice. Forse non tutti sanno che esiste. Io non lo sapevo. E ti trovi qui, praticamente nella zona di Maida Vale, a nord della stazione ferroviaria di Paddington, con questi barconi uno diverso dall’altro, tutti colorati, qualcuno con l’orticello, altri con tavoli e sedie fuori, tutti placidi e appoggiati su questa piccola baia del canale. E se poi sei fortunato, ti può capitare come a noi che siamo arrivati il giorno della Festa dei Canali, una sorta di Pride per l’orgoglio di chi vive e lavora sull’acqua, con barche provenienti da tutti i canali britannici, soprattutto quelli vicini che poi sono tutti compagni del Grande Tamigi. E ti trovi migliaia di persone a festeggiare, barconi decorati per la festa, bancarelle, bambini, cibo, musica, gente con la spilletta dei canali a rivendicare il proprio stile di vita galleggiante. C’è una associazione, si chiama Inland Waterways Association, che si occupa di tutto questo. Se (forse) non lo sapete, date un’occhiata qui: https://www.waterways.org.uk/events_festivals/canalway_cavalcade/iwa_canalway_cavalcade

Forse non tutti sanno che esiste Little Venice. Io non lo sapevo.

Ma la curiosità muove tutto, e se ogni tanto cambiamo le nostre abitudini, se non ci facciamo sopraffare dalla pigrizia, dalla normalità, dalla routine, scopriamo cose interessanti e piacevoli, arriviamo in luoghi di cui non sapevamo l’esistenza. C’è molto, moltissimo di bello da scoprire, anche vicino a noi. A Londra abbiamo camminato invece di prendere la metro. In Ancona, nella nostra città, nel nostro quartiere, muoviamoci a piedi, in bici, e troveremo cose che forse non tutti sapevano che. Ma ci sono, e sono belle, e sono meritevoli di essere conosciute. Perché nella città ci vive l’essere umano, e l’essere umano deve tornare al centro di tutto, non i palazzi, non i centri commerciali, non le macchine, non il brutto devono prendere il sopravvento. E l’essere umano è curioso, e forse non tutti gli esseri umani sanno che…

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